Professore Giuseppe Dellorbo
on Giuseppe Dell’Orbo se ne va un pezzo di storia di Rosasco e della Lomellina. Il docente in pensione e studioso di tradizioni e di arte locali è scomparso ieri per cause naturali all’età di 85 anni nella sua abitazione di via Fornino, da cui non usciva più da molti mesi.
Dell’Orbo, che ha insegnato storia e filosofia al liceo scientifico “Avogadro” di Vercelli, ha trascorso più di quattro decenni a esaltare il suo paese natale e, di riflesso, la Lomellina. Va a lui, noto a Rosasco come “al prufesùr”, il merito di aver fondato nel 1976 la Pro loco, una delle prime della Lombardia e del limitrofo Piemonte.
un cicerone
Dell’Orbo è stato protagonista della rivalutazione del centro storico di Rosasco, che negli ultimi decenni è stato visitato da migliaia di persone provenienti da ogni parte d’Italia e anche dall’estero. Nelle sue visite guidate l’allora presidente della Pro loco aveva illustrato il castello di Rosasco, costruito verso la fine del IX secolo abbattuto quasi totalmente nel 1630: la distruzione della cinta muraria fu invece operata dall’esercito del ducato di Savoia nel 1643.
«Giuseppe – spiega il suo collaboratore Piermario Deagostino – era affezionato alle due torri rimaste in piedi: l'imponente Torre del consegno, chiamata così per l'uso, in periodo napoleonico, di farvi convocare i giovani del luogo destinati all'arruolamento, e l'alto torrione ghibellino, che s’innalza per 25 metri nella zona più elevata del centro storico». Poi Dell’Orbo accompagnava i turisti all’interno della chiesa parrocchiale, edificata nel 1496 sulle fondamenta della primitiva cappella di corte, alla chiesa di San Giuseppe, costruita nel Seicento, e alla cappella dell'Ossario, elegante edificio in stile barocco risalente alla prima metà del Settecento.
santo patrono
Sempre legato al patrono di Rosasco, Dell’Orbo aveva fondato il premio “San Valentino d'oro" e inaugurato la consuetudine di offrire una rosa alle signore presenti alla messa del patrono. Nel 2007 lo studioso aveva abbandonato la presidenza della Pro loco per dedicarsi alla creazione di una biblioteca comunale e alla parallela associazione Fiordaliso. Allo stesso tempo, il docente di Storia era noto in Lomellina anche per la prolifica produzione di libri a sfondo locale. «Il professore – spiega il sindaco Riccardo Berzero Taccone – è sempre stato un appassionato cultore delle vicende storiche e delle tradizioni popolari e culturali del nostro paese: le sue pubblicazioni sono state raccolte nella preziosa collana "Rosasco storia aperta", avviata alla metà degli anni Settanta con il libro "Rosasco-Dialetti e proverbi"».
Poi erano seguiti "Aspetti del mondo contadino-Vita materiale e cultura popolare", "Pane, vino e oca-Nel segno della tradizione contadina lomellina", "La chiesa delle tre corone vescovili", "Dagli albori della storia all'aprirsi dell'anno 1000", "Ricette della cucina contadina tradizionale", "La contessa di Rosasco", “Storia della cappella della Madonna del rosario” e "O turista che da Rosasco passi". Le ultime fatiche letterarie erano state “Storia della festa del Mortorio”, “Sognando Valentino” e “Rappresentazione della Passione secondo Matteo”, tutte scritte con il figlio Marco.—
Dell’Orbo, che ha insegnato storia e filosofia al liceo scientifico “Avogadro” di Vercelli, ha trascorso più di quattro decenni a esaltare il suo paese natale e, di riflesso, la Lomellina. Va a lui, noto a Rosasco come “al prufesùr”, il merito di aver fondato nel 1976 la Pro loco, una delle prime della Lombardia e del limitrofo Piemonte.
un cicerone
Dell’Orbo è stato protagonista della rivalutazione del centro storico di Rosasco, che negli ultimi decenni è stato visitato da migliaia di persone provenienti da ogni parte d’Italia e anche dall’estero. Nelle sue visite guidate l’allora presidente della Pro loco aveva illustrato il castello di Rosasco, costruito verso la fine del IX secolo abbattuto quasi totalmente nel 1630: la distruzione della cinta muraria fu invece operata dall’esercito del ducato di Savoia nel 1643.
«Giuseppe – spiega il suo collaboratore Piermario Deagostino – era affezionato alle due torri rimaste in piedi: l'imponente Torre del consegno, chiamata così per l'uso, in periodo napoleonico, di farvi convocare i giovani del luogo destinati all'arruolamento, e l'alto torrione ghibellino, che s’innalza per 25 metri nella zona più elevata del centro storico». Poi Dell’Orbo accompagnava i turisti all’interno della chiesa parrocchiale, edificata nel 1496 sulle fondamenta della primitiva cappella di corte, alla chiesa di San Giuseppe, costruita nel Seicento, e alla cappella dell'Ossario, elegante edificio in stile barocco risalente alla prima metà del Settecento.
santo patrono
Sempre legato al patrono di Rosasco, Dell’Orbo aveva fondato il premio “San Valentino d'oro" e inaugurato la consuetudine di offrire una rosa alle signore presenti alla messa del patrono. Nel 2007 lo studioso aveva abbandonato la presidenza della Pro loco per dedicarsi alla creazione di una biblioteca comunale e alla parallela associazione Fiordaliso. Allo stesso tempo, il docente di Storia era noto in Lomellina anche per la prolifica produzione di libri a sfondo locale. «Il professore – spiega il sindaco Riccardo Berzero Taccone – è sempre stato un appassionato cultore delle vicende storiche e delle tradizioni popolari e culturali del nostro paese: le sue pubblicazioni sono state raccolte nella preziosa collana "Rosasco storia aperta", avviata alla metà degli anni Settanta con il libro "Rosasco-Dialetti e proverbi"».
Poi erano seguiti "Aspetti del mondo contadino-Vita materiale e cultura popolare", "Pane, vino e oca-Nel segno della tradizione contadina lomellina", "La chiesa delle tre corone vescovili", "Dagli albori della storia all'aprirsi dell'anno 1000", "Ricette della cucina contadina tradizionale", "La contessa di Rosasco", “Storia della cappella della Madonna del rosario” e "O turista che da Rosasco passi". Le ultime fatiche letterarie erano state “Storia della festa del Mortorio”, “Sognando Valentino” e “Rappresentazione della Passione secondo Matteo”, tutte scritte con il figlio Marco.—