Contessa Luisa Morelli di Popolo e Conte Galeazzo Visconti
ROSASCO. Giuseppe Dell'Orbo parte dalle nobili casate dei Visconti di Saliceto e dei Morelli, conti di Popolo e marchesi di Ticineto, per raccontare a modo suo l'avvincente storia della contessa Luisa Morelli di Popolo. La nobildonna, che fondò l'asilo Lattanti nel 1870, l'asilo Primi passi e la casa di riposo per lavoratori anziani nel 1906, è al centro del nuovissimo libro scritto dal presidente della Pro loco. Il volume 'La contessa di Rosasco" è disponibile in municipio e in alcuni negozi del paese lomellino.
«Il potere nobiliare e padronale non portò mai all'arroganza la contessa Morelli, moglie del conte Galeazzo Visconti, nato e vissuto a Rosasco dove possedeva le tenute Cortone, Biana e Rotto - spiega Dell'Orbo -. La contessa, nata nel 1834 e morta nel 1912, si è fatta carico del destino della gente di Rosasco, dimostrandosi capace di fraternizzare con le madri contadine». La figura della nobildonna non era stata ancora delineata nei suoi contorni storici: solo i più anziani di Rosasco ne conservavano flebile memoria. A colmare questa lacuna ci ha pensato l'infaticabile Dell'Orbo, autore di numerosi libri sul patrimonio storico del paese lomellino. «La grandezza di Luisa Morelli di Popolo non è mai stata miope: diceva spesso 'Se stringi il pugno, la tua mano è vuota. Se invece è aperta, la tua mano è piena"», prosegue Dell'Orbo. Lo studioso parte dai possedimenti fondiari e dai mulini di Sopra e d'Abbasso per passare alle iniziative benefiche attuate dagli aristocratici coniugi: primo fra tutti l'asilo Lattanti. Dell'Orbo pubblica tutti i nomi dei bambini accuditi nella struttura: i primi, 135 anni fa, furono Luigia Aschei, Ernesto Ramella, Antonio Fornara, Caterina Crosta, Angela Ferraris e Giovanni Luisolo. Particolarmente interessante il testamento della contessa Morelli Visconti redatto nel marzo 1911, un anno prima della morte. Oltre ai parenti, veniva beneficato anche il Comune di Rosasco, cui lasciò la Certosina, ossia la casa di riposo. «Un ricovero per vecchi o vecchie settantenni, onesti, immuni di malattie, infezioni o attaccaticcie, di condotta laboriosa, preferibilmente lavoratori delle terre Visconti», scriveva la contessa di suo pugno. Al Comune furono lasciati anche i due mulini. (u.d.a)
«Il potere nobiliare e padronale non portò mai all'arroganza la contessa Morelli, moglie del conte Galeazzo Visconti, nato e vissuto a Rosasco dove possedeva le tenute Cortone, Biana e Rotto - spiega Dell'Orbo -. La contessa, nata nel 1834 e morta nel 1912, si è fatta carico del destino della gente di Rosasco, dimostrandosi capace di fraternizzare con le madri contadine». La figura della nobildonna non era stata ancora delineata nei suoi contorni storici: solo i più anziani di Rosasco ne conservavano flebile memoria. A colmare questa lacuna ci ha pensato l'infaticabile Dell'Orbo, autore di numerosi libri sul patrimonio storico del paese lomellino. «La grandezza di Luisa Morelli di Popolo non è mai stata miope: diceva spesso 'Se stringi il pugno, la tua mano è vuota. Se invece è aperta, la tua mano è piena"», prosegue Dell'Orbo. Lo studioso parte dai possedimenti fondiari e dai mulini di Sopra e d'Abbasso per passare alle iniziative benefiche attuate dagli aristocratici coniugi: primo fra tutti l'asilo Lattanti. Dell'Orbo pubblica tutti i nomi dei bambini accuditi nella struttura: i primi, 135 anni fa, furono Luigia Aschei, Ernesto Ramella, Antonio Fornara, Caterina Crosta, Angela Ferraris e Giovanni Luisolo. Particolarmente interessante il testamento della contessa Morelli Visconti redatto nel marzo 1911, un anno prima della morte. Oltre ai parenti, veniva beneficato anche il Comune di Rosasco, cui lasciò la Certosina, ossia la casa di riposo. «Un ricovero per vecchi o vecchie settantenni, onesti, immuni di malattie, infezioni o attaccaticcie, di condotta laboriosa, preferibilmente lavoratori delle terre Visconti», scriveva la contessa di suo pugno. Al Comune furono lasciati anche i due mulini. (u.d.a)